Siamo dalla parte di Spessotto
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Da appena nati dalla parte di sotto
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Senza colletto, senza la scrima
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Senza il riguardo delle bambine
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Dalla parte di Spessotto
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Il thè di ieri riscaldato alle otto
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I compiti fatti in cucina
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Nella luce bassa della sera prima
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Dalla parte di Spessotto
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Con la falla dentro il canotto
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Col doppiofondo nella giacchetta
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E col grembiule senza il fiocco
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Timorati del domani, timorati dello sbocco
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Siamo dalla parte di Spessotto
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Siamo la stirpe di Zorquastro
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I perenni votati all’impiastro
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Sulla stufa asciuga l’inchiostro
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Dei fogli caduti nel fosso salmastro
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Dalla parte della colletta
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Dell’acqua riusata nella vaschetta
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Il telefono col lucchetto
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E per Natale niente bicicletta
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Dalla parte di Spessotto
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E se non funziona vuol dire che è rotto
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Dalla parte del porca vacca
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E se non lo capisci allora lo spacchi
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L’oscurità come un gendarme già
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Mi afferra l’anima
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Attardati qui in mezzo alla via
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Non siamo per Davide, siamo per Golia
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Non per Davide e la sua scrima
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Non per i primi anche alla dottrina
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Con il tarlo dentro all’orecchio
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La flanellosi che ci mangia al letto
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Con i peccati da regolare
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Le penitenze da sistemare
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Sei anni sei già perduto
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E quando ti interrogano rimani muto, muto
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Dalla parte di Spessotto
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Che non la dicono chiara, non la dicono vera
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Che non la dicono sincera
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Tienti i guai nei salvadanai
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Se resti zitto mai mentirai
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Adamo Nobile, Carmine Quirico
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Rocco Crocco e la banda Spessotto
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Imboscati in fondo alla stiva
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Negli ultimi banchi della fila
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Abbagliati dalla balena
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Nella pancia della falena
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Clandestini sopra alla schiena
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Gettati al mare della anime in pena
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Evasi dal compito, evasi dall’ordine
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Imbrandati sotto al trastino
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A giocarcela a nascondino
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Di soppiatto lo sguardo divino
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Il paradiso nostro è questo qua
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Fuori dalla grazia, fuori dal giardino
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Fino alla notte che verrà
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Non siamo più figli del ciel, figli del ciel, figli del cielo
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Ma di quei farabutti di Adamo e di Eva
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L’oscurità come un gendarme già
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Mi afferra l’anima
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Attardato qui in mezzo alla via
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Già mi prende e mi porta
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Dalla parte di Spessotto
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Dalla parte finita di sotto
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Ma siamo tutti finiti per terra
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Tutti a reggerci le budella
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Gli ubriachi, i brutti, i dannati
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Ma pure i sobri, i belli, i fortunati
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Quando verrà il giorno che avrò il giudizio
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Dirò da che parte è intricato il mio vizio
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Per che pena pagherò il dazio
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In che risma sono dall’inizio
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Da che zolla ho levato il mio canto
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Da che pietra ho dato fuoco al pianto
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Per che gelo ho sparso il mio botto
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Non da Davide, solo da Spessotto
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Il paradiso nostro è questo qua
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Fino alla notte che verrà
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Non siamo più figli del ciel, figli del ciel, figli del cielo
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Non di Davide, solo di Spessotto |