Si disse di non parlare
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Per non dire bugie
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Pensò di non pensare
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Per provare a sentire
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E buttò i suoi lividi dentro al tramonto
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E si illuminò il mondo
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E il mondo capì che era così incomprensibile
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Fra la vita e la morte
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Girò cosi forte che lei andò su di giri
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Finché il tempo non si fermò in mezzo ai suoi respiri
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Come un cane randagio
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Come un gatto solitario
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Come un bambino perduto
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Il tempo rimase muto
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E mentre la città crollava
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Come un manovale a giornata finita
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Lei si chiese: «Quanto cemento ci vuole a tenere incollata una vita?»
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E la vita scappò, come una moglie tradita
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Come un’amante innamorata
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Come una figlia impaurita
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E la vita arrivò, come un vagito nel cielo
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E allora lei si chiese se fosse davvero tutto vero
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Ma era tutto così reale, così presente, così vivido
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Eppure sappiamo tutti che stiamo parlando solo di un brivido
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Ma quando tutti i peli di tutte le scimmie del pianeta
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Si alzarono insieme
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Una lama mi divise in due
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Da una parte la musica, dall’altra il potere
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E con la pistola in mano e la polvere da sparo in testa
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Mandai l’esercito a dare fuoco alla foresta
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Ma quando ogni cosa ormai sembrava perduta
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E il telegiornale urlava che stavolta sarebbe davvero finita male
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Lei chiuse gli occhi, infilò le unghie nella schiena
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E scese il temporale e goccia dopo goccia crebbe un fiore
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Che non ha un nome, che non ha un colore
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Che non ha visto mai nessuno
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Ma tutti noi, tutti noi, prima o poi ne sentimmo il profumo
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Lei lasciò solo una scritta sul muro
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«Pagheranno caro, pagheranno tutto»
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Voi picchiate duro
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Aprite una breccia e vedrete il futuro |