Nasco nel caldo del deserto
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Apparentemente tutto calmo, tutto fermo
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La sabbia copre il cemento
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Non posso camminare, con le mani cerco il vento
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Una culla fatta di legno
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Fatico a dormire, un pensiero mi tiene sveglio
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Mamma mi tiene in braccio, lontano dalla polvere
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Ma come tocco terra, capisco che devo correre
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Piccoli passi ma veloci, fuggo da incubi feroci
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Correndo mi perdo i giochi
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Incontro i serpenti, cammelli coi beduini
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Cerco almeno di tenere i miei fratelli più vicini
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In quella casa, che casini
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Corro in salita, sopra le dune
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Scorpioni sui miei vestiti, fanculo le mie paure
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Da qui vedo le strade, non mi posso fermare
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Quei piccoli passi ora sono delle falcate
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Ma l’adolescenza è una tempesta, la sabbia si fa asfalto
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Imparo a soffocare la rabbia dentro a un pianto
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Chi scappa, qua è solo un codardo
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Ma io non scappo, io sto cercando
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Io continuo a correre, supero anche i miei amici
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Corri in mezzo agli autobus, nel traffico, fra tutti gli edifici
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Mi allontano ad ogni passo, sguardo basso ed occhi grigi
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Chi dobbiamo essere per essere felici?
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Ma a vent’anni nella giungla, sfreccio nella foresta
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Tu non puoi fermarmi, spacco i rami con la testa
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Ho il cuore più duro, sicuro, di una corteccia
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Non sono un uomo, sono un’arma, io sono una freccia
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E mi dimentico gli affetti, corro a denti stretti
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Perché ho troppa paura che la vita non mi aspetti
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Cosa faremo poi quando saremo soli e vecchi?
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Resto il più bello di tutti in una stanza senza specchi
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Le fughe dalle pantere, gufi e le lune piene
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Qui è dove le bestie mangiano le tue preghiere
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Mi volto un’ultima volta, vedo mio fratello cadere
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Solo un altro passo e sono immerso nella neve
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Ma tu lo sapevi che è vero
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Che i sogni più grandi sono fatti di vetro
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Feci un respiro e decisi che non mi sarei guardato più indietro
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Per la prima volta io non so come rialzarmi
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Nessuno può trovarmi o lanciarmi una corda
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Il ghiaccio che mi blocca, il cuore come gli arti
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Non mi farà più scrivere, mi chiuderà la bocca
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Basta poco, uno schiocco di dita
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Fuori il gelo, però dentro io scoppio di vita
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La mia fine non è ancora questa
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Vuol dire che corro, corro al doppio di prima
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E sono fuori io da solo, nudo nella bufera
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Sopravvissuto a tutto, lupo della Siberia
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Ho camminato a lungo, fino ai piedi di questa montagna
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Pensavo solo: «Ora non posso non farcela»
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Dio mi guarda e dice: «Solo dove vai?»
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Troppo scivolose le suole delle mie Nike
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Mentre mi avvicino al sole gli urlo forte: «Ora vedrai»
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Non sarò come la neve perché io non cadrò mai
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Ventisette, sono in cima, sorrido per l’impresa
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Davanti a una discesa, che mi porta ad un’altra salita
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Da qua sopra che apprendo il senso di questa vita
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La mia meta è una ricerca che non è finita
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Una bufera si avvicina, è vero
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Ma appare come un amico il tramonto dietro la crina
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Io metto tutto quanto in una rima
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E vado alla conquista della mia vita
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Vediamo chi arriva prima |